Il treno si è mosso con una puntualità anteguerra, forse, alle tredici e cinquantatré in punto, arriverò in stazione giusto alle quindici, impiegherò i soliti cinque minuti per uscire dal parcheggio e venti per arrivare a casa, posso fermarmi anche a fare il pieno per i prossimi giorni, altri cinque minuti, meglio fare dieci, perciò a casa dovrei essere per le quindici e trentacinque al massimo, bene, avrò tutto il tempo per preparare la tavolata della vigilia, quest’anno non sarà colpa mia se non iniziamo la cena alle venti e trenta in punto, la tradizione va rispettata, fu mio padre che decise l’ora d’inizio quaranta anni fa, e ne sono felice.
“Ciao sono io, arriverò non dopo le sedici”, mi prendo un po’ di margine con mia moglie, “fai con comodo in cucina, ci penso io a preparare la tavola, forse ce la farò anche a stampare il menù sulle pergamene, il file è già pronto, ciao, a tra poco”.
Dopo aver messo in fila i pensieri e telefonato a casa, mi appresto a sprofondare nella poltrona di pelle, tanto all’arrivo mi risveglierà la voce della hostess, e mi concilia con il sonno il profumo di altri natali che mi sembra di sentire per l’aria, quando sul presepe mia madre accendeva i ceri e a mezzanotte si spandeva l’incenso per accompagnare la nascita del bambino.
Esiste la felicità, penso, anche se spesso è più nei ricordi che non nell’istante, ma tant’è, meglio che niente, e intanto gli occhi mi si chiudono con la pesantezza di un anno di lavoro.
“Il signore gradisce la mirra o l’incenso?”, mi sveglia una voce soave di donna, “sono Melchiorre, oggi serviamo qualcosa di speciale, è natale e tutti dobbiamo goderne, perciò scelga, l’incenso o la mirra?”.
A svegliarmi forse mi sveglio, ma non realizzo dove sono e cosa mi sta succedendo, e allora quella meravigliosa ragazza vestita da gran donna medievale, tutta bardata di seta e con i capelli raccolti in una treccia lunghissima, riprende a incalzarmi.
“Signore, forse vuole l’oro? Baldassarre provvedi tu a servire il signore?”.
Un'altra stupenda ragazza di colore mi sorride con due occhi di fuoco, ha solo il viso scoperto e indossa uno chador azzurro marocchino, ma non parla.
Mi porge un vassoio con degli oggetti di oro, un anello, un bracciale e due orecchini, meravigliosi doni per una donna, forse per mia moglie, riesco a pensare, e allungo una mano verso il vassoio.
“Fermo”, mi grida una terza ragazza, anche lei vestita da improbabile re, con un mantello e un turbante multicolore, ”prima devi dire cosa scegli e dopo puoi prendere un dono, io sono Gaspare signore,”, e si inchina doverosamente.
“Veramente gradirei un caffè”, dico a quei tre strani tipi più o meno travestiti da magi, “non ne avete?”.
“Signore, gliel’ho già detto, oggi è natale, e serviamo solo doni”, mi riprende con tono stizzito la ragazza in abiti da Melchiorre, “sul presepe non vi è nessuna grotta dove si serve il caffè, il vino si, ma come lei sa non possiamo servire alcolici, deve scegliere per forza, oro, incenso, o mirra?."
“Ma qui non siamo mica sul presepe, che scherzo è questo, chi siete, perché dovrei scegliere per forza”, mi rivolgo alle tre tipe con tono alterato, “adesso chiamo il capotreno, così la smettete di servirmi cose strane, voglio un caffè, capito!?.
“Lasci perdere signore, sul treno ci siamo solo noi quattro, gli altri sono scesi all’ultima fermata, ne approfitti”, mi dice zitto zitto in un orecchio la ragazza chiamata Baldassarre, “se lei sceglie un dono, sceglie anche una di noi, se preferisce me, scelga l’incenso”.
La situazione, che poteva apparire interessante per altri, a me proprio non andava giù, io dovevo svegliarmi per bene e capire cosa stava accadendo, solo un caffè poteva aiutarmi, ma quelle tre ragazze non ne avevano o forse volevano tenermi a mezzo sonno per profittare di me.
Decisi, stare al loro gioco poteva essere una soluzione, e per iniziare dissi.
“Non vorrei offendere nessuna di voi, siete tre ragazze stupende, per scegliere faccio un anghingò e vediamo chi è la fortunata.”
Anghingò
tre ragazze ad un capò
cosa chiedono non lo so
forse mi vogliono pelato
di tabacco profumato
o vogliono che sia morto
per beccarmi forte forte
forse vengono dalla città
a vendermi mille bugie
e una sola verità
uno due e tre
scelgo proprio te
“Signore, signore, sono arrivata giusto in tempo, tra poco il treno va in deposito, è natale, se non venivo a farmi un giro lei avrebbe dormito ancora e sarebbe arrivato tardi alla cena di natale, su, su, vada in fretta che l’aspettano”.
Come spiegare a mia moglie perché avevo fatto tardi ancora una volta?
Col il solito bacio di natale o portandola con me nel prossimo sogno?
Ho scelto, ma non ve lo dico.
Buon natale.