- Ciao, ma’, sono venuti a montare i nuovi elettrodomestici, Avresti dieci euro da portarmi subito?-
Dieci euro li ho, anzi ne ho venti. Gli ultimi venti.
Il giorno prima gli ho chiesto se desiderasse la mia presenza per la circostanza e ha risposto di no. Così stamattina invece di andare a prelevare al bancomat, ho deciso di trasformare il mio bisogno di rendermi utile a qualcuno in una specie di missione contro gli acari del mio appartamento.
All’alba ho indossato la divisa prevista per l’operazione, camice semibianco e guanti sterili, niente mascherina perché non la sopporto ma sono pronta a procedere con lo sterminio totale degli infestanti. Ho concentrazione e determinazione che farebbero invidia a Burke del Seattle Grace Hospital.
Fuori la temperatura continua a salire, a mezzogiorno tocca i quaranta gradi e inizio ad avere le visioni, nemmeno troppo chiare, di un piatto di spaghetti al pomodoro e basilico seguito da affondamento nel divano con climatizzatore a manetta e le ultime notizie di una qualche stagione di grey’s anatomy. Litri e litri di sangue, arti amputati e amplessi fra bisturi e siringhe. Lo so ho toccato il fondo della casalinga frustata e depressa, forse anche un tantino sadomasochista e non me ne importa niente.
Comunque niente spaghetti. Con gli ultimi venti euro nella borsa e il sole a picco sulla testa fortunatamente madida come quella di un Fossegrim emerso dal fondo del lago di Fagertärn, affondo nell’asfalto sciolto dai quaranta all’ombra che non c’è. Cinquecento metri più in là mi aspetta il figlio denim, quell’uomo che non deve chiedere mai. Mai quando vuoi tu, sempre invece quando non vorresti o non puoi. Gli uomini che non devono chiedere mai sono fatti così.
Ma poi m’invita a pranzo per domenica.
Ci saranno anche gli altri, deve inaugurare il piano a induzione, quella lastra di vetro scuro sulla quale non si vede nulla. E lì che dovrà preparare il pranzo di domenica? Ci sarà un telecomando per accendere qualcosa che serva a scaldare una pentola o una padella?
Sembra che debba leggere il libretto di istruzioni, un tomo di duecento pagine. Non lui ma io. Visto che è vero che sono invitata a pranzo ma dovrò cucinare io. Anzi sabato dovrei anche fare la spesa perché eccezionalmente lui dovrà lavorare tutto il giorno. Fortuna che c’è il forno intelligente quello che fa tutto da solo. Anche comprare l’arrosto, salarlo peparlo metterselo dentro e servirlo a tavola?
Comunque mancano ancora un paio di giorni a domenica. I venti euro glieli ho dati e non mi arrivano i dieci di resto, ma non ha importanza. Vorrei andare a farmi la doccia, poi gli spaghetti e il resto, ma prima...
Non posso lasciare la sua cucina con tutti quei trucioli in giro, pezzi di fili elettrici e nastro isolante sparsi sul pavimento. Tanto sono già un fossegrim bagnato dalla testa ai piedi, tanto vale finire di inzupparmi.
E poi ce ne andiamo a casa insieme, io e l’uomo Denim, ci mangeremo gli spaghetti e lui dirà: “Ma’, ma che ti vedi a fare sta stronzata di grey’s anatomy ancora? E’ roba per donnette frusrate. Meglio i Simpson.”